“Sono solo dolori mestruali”, “Ma è possibile che tu stia sempre male?!”, “È solo una cistite”, “Sei troppo sensibile”, “È stress”, “Fra un po’ ti passa, vedrai”, “Somatizzi troppo”: per anni ci siamo sentit* ripetere da medici, familiari e amici frasi di questo tipo, compromettendo la nostra salute fisica e mentale e facendoci sentire sol* e incompres*.Per malattie diverse – vulvodinia, fibromialgia, endometriosi, neuropatia del pudendo, dolore pelvico – viviamo esperienze simili di colpevolizzazione, invisibilizzazione del nostro dolore e ritardo diagnostico: il problema quindi è medico, sociale e politico, non è affatto nella nostra testa!
Siamo stanch* di non essere credute, siamo stanch* di dover girare tantissime strutture prima di incontrare personale formato ed in grado di fare una diagnosi e impostare un piano terapeutico, siamo stanch* di non essere adeguatamente curat*, siamo provat* dopo anni di malattia, siamo spaventat* per le centinaia di euro al mese che dobbiamo spendere per cure non riconosciute dal Servizio Sanitario nazionale, siamo stanch* di non avere alcuna tutela nello studio e nel lavoro, siamo stuf* di non esistere per lo stato e per la società!
Perché una mobilitazione di Non Una di Meno su questo tema? Perché è una battaglia femminista a tutti gli effetti: siamo di fronte, per l’ennesima volta, ad una forma di violenza istituzionale agita sui corpi delle donne.
Non è un caso che a non essere riconosciuto e a subire un altissimo ritardo diagnostico sia proprio il dolore che colpisce per la maggior parte donne e persone con vulva e vagina: ciò deriva da una cultura che sopprime la nostra sessualità e la conoscenza del nostro corpo, che considera la ginecologia solo a scopo riproduttivo e che ancora ci accusa di problemi psicologici per ogni nostro dolore. Retaggio culturale di una tradizione medica patriarcale che ci ha definite prima “isteriche” e “pazze”, nel corso dell’Ottocento, e poi “frigide” nel Novecento, compromettendo il nostro diritto alla salute fisica e psicologica.
Nessun diritto nella storia è stato mai regalato: dobbiamo partecipare e impegnarci dal basso per prenderci quanto ci spetta, pretendendo il riconoscimento di queste patologie e la costruzione di nuove tutele per chi ne soffre, ma anche modificando le strutture culturali e socio-politiche che ancora ci opprimono, che incidono sulle nostre possibilità di autodeterminazione, che costruiscono le rigide norme alla base delle relazioni sessuali ed affettive e che ci fanno sentire erroneamente “sbagliat*”.
Vogliamo che il mondo cambi! Che in esso ci sia spazio per malattie e vulnerabilità, che sono componenti intrinseche della vita. Ci ritroviamo insieme per rompere l’isolamento in cui alcun* di noi si sono rifugiat*. Abbiamo bisogno di aiuto e sostegno perché facciamo i conti ogni giorno con il dolore. Abbiamo diritto alla felicità, nonostante l’esperienza della malattia. Non ci identifichiamo con le nostre malattie, e anzi vogliamo riaffermare il valore delle nostre vite. L’assenza del Servizio Sanitario Nazionale e dello Stato ci ha rubato tempo prezioso, energie spendibili altrove, spazio mentale meglio impiegabile, e questo perché tutto ricade sulle nostre spalle: la ricerca di specialist*, i viaggi per raggiungerl*, il puzzle delle diagnosi e delle cure da mettere insieme in solitudine e autonomia perché non esiste un approccio integrato e multidisciplinare, il reperimenti dei soldi necessari a curarci o a convivere il meglio possibile con la malattia, ecc. ecc.
Vogliamo tempo per prenderci cura di noi e vogliamo un sistema che si curi di noi!
È arrivato il momento di renderci visibili nello spazio pubblico e di prendere parola collettivamente per chiedere che venga garantito a pieno il nostro diritto alla salute e alle cure! Per questo Non Una Di Meno (NUDM), su proposta di tante persone che vivono quotidianamente l’esperienza di queste malattie invalidanti, si fa promotrice di una mobilitazione per rendere visibile ciò che oggi è invisibile.
Da oggi 23 ottobre: 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐦𝐨𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢: 𝐯𝐮𝐥𝐯𝐨𝐝𝐢𝐧𝐢𝐚, 𝐞𝐧𝐝𝐨𝐦𝐞𝐭𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢, 𝐟𝐢𝐛𝐫𝐨𝐦𝐢𝐚𝐥𝐠𝐢𝐚, 𝐧𝐞𝐮𝐫𝐨𝐩𝐚𝐭𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐮𝐝𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐞 𝐝𝐨𝐥𝐨𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐥𝐯𝐢𝐜𝐨 MAI PIÙ INVISIBILI!
Iniziamo un percorso tuttə insieme come alleatə e interessatə, nessunə da solə
Se soffri di una di queste patologie o qualcunə vicina a te ne soffre, non sei sola!