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NON UNA DI MENO LA SPEZIA

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Tag: lottomarzo

Zona Fuxia, un memoriale e muro di lotta contro femminicidio e violenza di genere

Posted on Aprile 1, 2021 - Agosto 24, 2021 by nudmlaspezia
La zona fuxia è un memoriale ma anche un muro di lotta e rivendicazione, uno spazio sicuro da cui ripartire e tessere relazioni senza lasciare indietro niente e nessuna.
Invitiamo tutte, tuttx e tutti a riservare un momento nella loro giornata e passare di qui perché non abbiamo bisogno di spiegare l’urgenza della nostra lotta, ma abbiamo bisogno di riconoscerci e incontrarci, lasciamo un segno, portiamo un fiore, riserviamo un pensiero.

Noi oggi abbiamo lasciato un segno perché nessuno dimentichi e saremo qui ogni volta che ce ne sarà bisogno, perché: Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce ma siamo anche il grido collettivo di tutte le donne e soggettività che si oppongono alla violenza maschile sulle donne, la violenza di genere e dei generi.

L’otto marzo dopo tanta attesa abbiamo scelto di tornare in piazza e abbiamo deciso di farlo portando con noi i nomi delle donne uccise nei primi due mesi dell’anno con la promessa e la volontà di ricordarle e fare tutto quanto in nostro potere per continuare a lottare e rimuovere le cause che portano a questa strage. Perché le leggi da sole non bastano e noi lo sappiamo bene, anche se sono stati fatti dei passi avanti con la convenzione di Istanbul, con gli aggiornamenti al codice penale sappiamo quanto questi provvedimenti siano suscettibili ad arresti improvvisi, manomissioni e maleinterpretazioni, sappiamo bene anche quanto il lavoro di centri e sportelli antiviolenza che hanno protetto e aiutato moltissime donne, dipenda nei fatti dalla scelta politica di costante definanziamento.

Per noi è fondamentale ribadire quanto sia necessario scardinare la mentalità patriarcale che vede nelle donne gli oggetti del dominio e del possesso maschile, sui quali agire con violenza. Abbiamo ribadito più di una volta le nostre rivendicazioni, le nostre proposte ed i nostri bisogni. Oggi siamo qui per ricordare le vittime di femminicidio in Italia in questi primi tre mesi dell’anno e sono 18. Mentre preparavano il materiale per quest’occasione abbiamo letto i loro nomi, l’età, le loro storie, i luoghi in cui vivevano e il ruolo che il loro assassino aveva nelle loro vite, ci siamo anche scontrate con la narrazione tossica con la quale media nazionali e locali raccontano la violenza, ma questo non ci ha fermate, ci siamo concesse il tempo per salutare e per piangerle mentre scrivevamo le loro storie, oggi siamo qui  per portare le loro storie in questo spazio.

Link all’album Facebook, qui!

Sappiamo bene che la maggior parte delle violenze che viviamo e che le nostre sorelle e compagnx vivono quotidianamente non trovano spazio sui media, ma questo vuole essere un modo per ri-connetterci e non dimenticare che “siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce”, non una in più, non una morta in più per femminicidio, non una di meno!
Non una in meno tra noi, viva, libera e felice!

*Quella che segue è una lista dei femminicidi di cui abbiamo ritracciato le notizie sulla stampa, consapevoli che non tutte trovano spazio sui media e che molti ancora finiscono per essere invisibilizzati.

54 Femminicidi da inizio 2021, non è un caso isolato

Per consultare la pagina dedicata all’Osservatorio sui Femminicidi, 2021 clicca qui!
Posted in ArticoliTagged contro la violenza di genere, la spezia, lottomarzo, marea fuxia, memoriale, muro di lotta, non una di meno, transfemminismo, zona fuxia

L’8 tutti i giorni, sconto iva sugli assorbenti

Posted on Marzo 25, 2021 - Maggio 21, 2021 by nudmlaspezia

L’8 Marzo a 5 anni dal primo sciopero globale femminista e transfemminista, dopo tanta fatica e attesa siamo tornate in piazza, ad occupare lo spazio con i nostri corpi, fra sorelle e compagnx per costruire una giornata di lotta e sciopero. Ma l’8 Marzo non è stato solo quello, ci siamo ritrovatx ancora una volta a fare i conti con il #pinkwashing istituzionale, le iniziative cioè volte a esprimere una vicinanza al movimento delle donne e a tutte le donne solo in concomitanza della data, per un giorno tutto improvvisamente si tinge di rosa e fuxia. Ma tali iniziative rischiano spesso di portare poca concretezza alla vita di tutte quelle donne che, quotidianamente, a casa, al lavoro, a scuola, per strada, sui mezzi pubblici e online si trovano a scontrarsi con la violenza di genere e dei generi, in tutte le sue forme.
Ce lo siamo dette in piazza e lo abbiamo sempre ribadito: l’esistente vogliamo ribaltarlo perché ci muove il desiderio di costruire una città transfemminista per non lasciare Nessuna da sola!
Ci ritroviamo oggi qui a fare un appello, perché nelle istituzioni arrivi la forza del movimento femminista, perché nelle istituzioni finalmente si inizi un percorso che metta in campo strumenti verso l’eliminazione della violenza di genere e delle disuguaglianze.
In Italia l’iva sugli assorbenti femminili è stata introdotta nel 1973 e, come per altri beni e servizi, è cresciuta nel tempo dal 12 al 22 per cento.
Per farsi un’idea, prodotti come il tartufo o i francobolli da collezione hanno un’imposta agevolata al 10 per cento. Sono invece tassati al 4 per cento beni come il latte, gli occhiali, i libri e i manifesti per le campagne elettorali. Oggi nel nostro paese i prodotti igienici femminili sono sottoposti all’aliquota ordinaria del 22 per cento perché non sono considerati beni di prima necessità.
Una donna, durante il periodo fertile, che dura in media quarant’anni, ha circa 450 cicli mestruali e consuma tra i diecimila e i 14mila assorbenti.
Dal 6 al 13 marzo, i supermercati Coop hanno tagliato la tampon tax e ridotto l’IVA su tutti gli assorbenti in vendita. Mentre in molti paesi, la tampon tax è stata ridotta o addirittura abolita come nel caso del Canada (dal 2015), della Francia, del Belgio e dal primo gennaio 2021 anche nel Regno Unito, in Italia si è arrivati a ridurre l’IVA per gli assorbenti compostabili che però rappresentanto solo circa l’1% del venduto. Il blocco per una settimana in una sola catena di supermercati non è abbastanza.
Non ci accontentiamo di questa mossa di marketing e pink washing, vogliamo di più e lo vogliamo per tutte!
In questo momento di crisi economica che in particolare si abbatte e si è abbattuta sulle vite delle donne, che le ha viste protagoniste di quei dati istat che hanno fatto tanto scalpore sulle testate giornalistiche: nel 2020 di 444mila persone che hanno perso il lavoro, 312mila sono donne; si ha bisogno di risposte e non solo di “vicinanza alla causa”.
Non mimose ma eliminazione della #tampontax, non mimose ma reddito di #autodeterminazione, non mimose ma più fondi strutturali a #consultori e centri antiviolenza…
Perché la crisi non nasce nell’ultimo anno ma è evidente che nella crisi sono le donne quelle più esposte sul piano economico, sociale e sanitario.
Riprendendo lo slogan che ci ha unite e accompagnate in piazza: “Proprio oggi che il nostro lavoro, dentro e fuori casa, è stato definito «essenziale», e questo ci ha costrette a livelli di sfruttamento, isolamento e costrizione senza precedenti, noi diciamo che “essenziale è il nostro sciopero, essenziale è la nostra lotta!” e aggiungiamo: #essenziali e primari sono i nostri bisogni!
Vogliamo una risposta concreta, un vero gesto di connessione con la lotta individuale e collettiva che tutti i giorni donne e soggettività costruiscono dentro e fuori casa.
Invitiamo le personalità che siedono fra i banchi del consiglio comunale della Spezia a portare la vertenza del necessario abbassamento dell’IVA al 4% sugli assorbenti igienici sul tavolo della discussione e tramite proficuo accordo con le farmacie comunali.
Invitiamo la cittadinanza e le organizzazioni a sostenere l’iniziativa perché l’8 Marzo non sia solo una data, ma una lotta quotidiana.

Post su facebook

*A breve tutte le info per il mail bombing tieniti pront3!

Posted in Articoli, Chi siamo e cosa facciamoTagged assorbenti, bene di lusso, iva, laspezia, lottomarzo, tampon tax

#LottoMarzo

Posted on Marzo 12, 2021 - Settembre 8, 2021 by nudmlaspezia
CI VOGLIAMO VIVE E LIBERE
Dopo tanta fatica e attesa ieri finalmente l’8 marzo è arrivato e abbiamo scelto di tornare in piazza, qui fra sorelle e compagnx per dimostrare ancora una volta la forza del movimento femminista e transfemminista globale.
Abbiamo scelto di tornare ad occupare le piazze e le strade con i nostri corpi, lo abbiamo fatto avendo cura della salute di tuttə.
Grazie a tutte, tuttx, tutti per aver costruito con noi uno spazio davvero sicuro, di lotta, desiderio e rivendicazioni.
Grazie a chi è intervenutx e chi ha partecipato.
Grazie a chi ha donato al nostro crowdfunding per la visita ginecologica.
Grazie a chi ha sostenuto lo sciopero transfemminista.
In un momento storico in cui mantenere legami e relazioni di prossimità e solidarietà si è fatto sempre più difficile, insieme abbiamo mandato un segnale a tutte le sorelle e compagnə: Non siete sole!
Tuttə insieme l’8 marzo abbiamo dimostrato che essenziale è la nostra lotta, essenziale è il nostro sciopero.

Se ancora non sei inseritx in mailing list: scrivici! nudmlaspezia@gmail.com

Link all’album su Facebook
Posted in Articoli, Chi siamo e cosa facciamoTagged collettivo, laspezia, lottomarzo, nonunadimeno, transfemminismo

Visita Ginecologica Solidale

Posted on Marzo 10, 2021 - Novembre 11, 2021 by nudmlaspezia

IL MANIFESTO

Una delle nostre prime iniziative è stata quella di individuare quei luoghi critici e sensibili, come il consultorio.
Esattamente per questo, due anni fa, abbiamo promosso Il Consultorio in Piazza per sensibilizzare intorno a un problema serio, a servizi e informazioni che mancano, che sono carenti, e che in definitiva limitano le libertà delle donne nelle scelte che ogni giorno compiono sul loro corpo e sulle loro vite. Dai dati raccolti nei questionari viene alla luce un dato sconcertante, da un lato la maggior parte non sa cosa sia un consultorio, non sa che servizi offre, oppure qualora lo conoscesse, non se ne serve poiché i tempi di attesa risultano lunghi e poco chiari, da un altro lato la disinformazione, infatti il 60% delle intervistate dice di conoscere il consultorio solo grazie al passaparola.
Questi dati fotografavano una situazione grave e preoccupante, che avrebbe potuto solo accentuarsi.

Motivi dell’iniziativa: pandemia e carenze ASL

Esattamente un anno fa, durante i preparativi per l’8 marzo, siamo statə investitə da una pandemia senza precedenti, una crisi sanitaria divenuta fin da subito sociale, economica, esistenziale. Intuimmo immediatamente, in quelle drammatiche giornate, che una sanità già al collasso da anni per investimenti e scelte carenti, avrebbe generato ulteriori problemi sul piano dell’assistenza e dei servizi. Intuimmo, e non era difficile, che sarebbero stati i servizi ai più deboli a risentirne, quelli del consultorio, le visite ginecologiche, il diritto all’aborto. Come sempre la crisi l’avrebbe pagata chi non avrebbe potuto pagarsi una visita privata, un’analisi privata, una tac privata.
Donne sole, donne abbandonate di fronte a scelte spesso complesse.
Non arrendersi allo stato delle cose esistenti, alle emergenze, alle richieste di aiuto insoddisfatte, ci ha portato a denunciare e allo stesso tempo a provare a rispondere, nel nostro piccolo, a queste domande. Nel vuoto cosmico delle istituzioni politiche e sanitarie (quelle delle mimose, delle frasi fatte, della retorica d’occasione) e nel vuoto di una cultura del femminismo ricca di parole e povera di azioni concrete che incidano nella vita delle donne, ci siamo guardate negli occhi e abbiamo provato a fare vera sorellanza.
La visita ginecologica solidale nasce da qui, da una scommessa necessaria, ineludibile.
Non avrebbe avuto senso continuare a lottare, manifestare, fare passeggiate, indire scioperi senza provare a dare anche risposte concrete. Un compito arduo, di fronte al quale ci siamo sentitə anche inadeguate.

Dati e numeri

Abbiamo ricevuto richieste e chiamate spesso destabilizzanti e preoccupanti: donne rinchiuse in casa dal proprio compagno aguzzino con solo pochi euro per la spesa che prendevano il cellulare in mano solo quando finalmente si trovavano sole in casa; donne con la voce spezzata dalla paura di non riuscire ad abortire; donne con problemi di salute ma impossibilitate a prenotare una visita ginecologica presso l’ASL o costrette ad aspettare tempi lunghi e quindi convivere con i loro dolori e preoccupazioni per mesi.
Donne con problemi economici e consapevoli di non poter usufruire del servizio pubblico perché il loro permesso di soggiorno è scaduto. Donne non informate, donne che non sapevano a chi rivolgersi per salvarsi.
Abbiamo cercato di fare ciò che potevamo, appoggiandoci alla rete di relazioni e di professionalità con cui lavoriamo da quando siamo nate in questa città.
Con i 1900 euro fino ad ora raccolti grazie alle donazioni siamo riuscite a pagare quasi 20 visite ginecologiche, pap-test.
Questa iniziativa, come le altre che abbiamo promosso in questi due anni, è stata fin da subito pensata come un’inchiesta sullo stato della situazione.
Dalle chiamate ricevute possiamo trarre una conclusione tanto amara quanto evidente: le donne hanno poche se non alcuna informazione su ciò che sia un consultorio e anche qualora le avessero considerano questi servizi come gli ultimi nella scala delle priorità delle loro spese.
Anche questo dato così significativo sulla rinuncia alla salute del proprio corpo, dimostra quanto il servizio pubblico sia necessario nella qualità, nelle informazioni e nei tempi che vengono proposti.

Ringraziamenti e rivendicazioni

Per tutto questo approfittiamo della giornata di oggi per ringraziare tutte le ginecologhe che hanno supportato in questi mesi complicati le donne a cui le abbiamo indirizzate, ringraziamo Aied per essersi resa disponibile, come consultorio privato, a offrire servizi rapidi e convenzionati.
Grazie alle radio e ai giornali, come Internazionale, che ci hanno dato spazio per promuovere l’iniziativa arrivando a donazioni provenienti soprattutto da fuori provincia.
Grazie soprattutto a tuttə coloro che ci hanno sostenuto economicamente con donazioni che consentono ancora in
questa settimana di garantire un diritto che la sanità locale ha smesso impunemente di garantire.
Tuttavia rimaniamo profondamente convintə che il servizio privato possa e debba rimanere una libera scelta non una necessità, l’unica spesso garantita a fronte di sevizi pubblici insopportabilmente carenti e insufficienti.
Continueremo quindi a pretendere un miglioramento generale della qualità del servizio pubblico e nel frattempo non lasciamo sole le nostre sorelle, che hanno il diritto di usufruire del diritto alla salute.
La sanità ha un costo elevato, i professionisti e i medici costano molto e privatamente non sarebbe per nulla accessibile alla maggior parte della popolazione.
La sanità e i servizi sanitari pubblici sono un patrimonio insostituibile e necessario e i numeri/costi della nostra
iniziativa/inchiesta dovrebbero renderlo ancor più evidente.
Lo diciamo oggi e lo rilanciamo: continueremo l’iniziativa della visita ginecologica solidale.
Perché la crisi non nasce nell’ultimo anno ma è evidente che nella crisi sono le donne quelle più esposte socialmente, economicamente e sul piano sanitario.

Pandemia o non pandemia, il nostro corpo, la nostra salute, sono un diritto!

***l’iniziativa ha avuto durata di un anno da maggio 2020 a maggio 2021! Attualmente il servizio del consultorio asl ci risulta essere nuovamente funzionante se avessi delle altre info o segnalazioni ti invitiamo a contattarci, sorellanza è la risposta!

Rassegna stampa
1. Globalproject.info
2. Internazionale
3. Italiachecambia.org 
2. L’Ordinario 

Link al PDF scaricabile “Visita Ginecologica Solidale, il manifesto”, clicca qui!

Posted in Articoli, Chi siamo e cosa facciamoTagged consultorio, crowdfunding, laspezia, lottomarzo, nonunadimeno, transfemminismo, visita ginecologica solidale

Manifesti anti-scelta

Posted on Febbraio 2, 2021 - Aprile 7, 2021 by nudmlaspezia
2 febbraio 2021

NUOVI MANIFESTI ANTIABORTISTI A LA SPEZIA!

Ecco uno dei cartelloni della nuova campagna dell’associazione anti-choice e fondamentalista cattolica che, ribaltando uno dei famosi slogan dei movimenti femministi “Il corpo è mio e decido io”, tenta ancora una volta di paragonare l’aborto ad un omicidio.
Questa è violenza e le associazioni anti-choice non provano nemmeno a nasconderla come dimostrano i sit-in fuori dagli ospedali organizzati nei giorni predisposti alle IVG, l’ultimo dei quali è stato segnalato la scorsa settimana a Monza!

Pretendiamo che non sia più concesso spazio o suolo pubblico a queste campagne ed iniziative violente:
PARAGONARE L’ABORTO ALL’OMICIDIO
È VIOLENZA DI GENERE, ORA BASTA!

Ancora una volta SUI NOSTRI CORPI DECIDIAMO NOI!

***Grazie a S. per la segnalazione.
Se incontri dei manifesti in giro per la città, scatta una foto e inviacela, specificando il luogo.

https://nudmlaspezia.noblogs.org/files/2021/03/132359107_1906979546136690_4826618500396149369_n.mp4
20 dicembre 2020
ANCHE QUESTA È VIOLENZA!
Alla richiesta di rimozione dei Manifesti Pro Vita l’assessora Giorgi risponde che il Comune non può fare censura!
Nonostante le parole pronunciate dalla Assessora Giorgi durante l’ultimo Consiglio Comunale, i manifesti Pro Vita contro la Ru486 sono sessisti e violenti, perché con la scusa di manifestare un’opinione colpevolizzano quella che dovrebbe essere garantita come una libera scelta delle donne. L’associazione fondamentalista cattolica Pro Vita e Famiglia diffonde dati e notizie palesemente false e senza alcuna credibilità dal punto di vista scientifico. Questa non è un’opinione, è una menzogna, è violenza. Non si tratta di libertà di pensiero, come furbescamente sostiene Cenerini, citando l’articolo 21 della Costituzione. Si tratta di un attacco, l’ennesimo, alla libertà delle donne di scegliere, che è garantita da una legge, la 194 del 1978, passata anche attraverso un referendum popolare. Violenza è permettere che altri, in ragione della loro fede possano decidere sui nostri corpi, violenza è permettere che si diffondi disinformazione medico-scientifica, quella che associa la pillola abortiva al veleno. Ricordiamo ai nostri governanti e consiglieri che lo scorso 8 agosto, il ministero della Salute, sulla base «delle più aggiornate evidenze scientifiche», ha aggiornato le linee di indirizzo sulla pillola abortiva RU486 annullando l’obbligo di ricovero, estendendo a nove settimane la possibilità del farmaco, e prevedendone la somministrazione in consultorio e in ambulatorio.
– I dati del ministero della Salute dicono che in Italia in oltre il 96,9 per cento dei casi non c’è stata alcuna complicazione a seguito dell’assunzione della RU486, e che questi numeri sono simili «a quanto rilevato in altri paesi e a quelli riportati in letteratura».
– Successivamente al parere del Consiglio Superiore di Sanità l’AIFA ha emanato una nuova determina nella quale vengono superate le precedenti limitazioni.
– L’Organizzazione Mondiale della Sanità da anni dichiara che l’aborto farmacologico è sicuro e ne raccomanda la procedura.
Se l’assessora Giorgi e la giunta ritengono che questi manifesti non siano lesivi dei diritti delle donne, almeno dovrebbero ammettere quello che è innegabile e cioè che diffondono informazioni false su un tema molto delicato e che lo fanno deliberatamente nel tentativo di manipolare le donne e allo scopo di privarle di un loro diritto, altrimenti il loro silenzio a riguardo è una nuova riprova di come queste espressioni della destra fondamentalista cattolica trovino accoglienza fra le braccia dell’attuale amministrazione comunale.
BASTA PROPAGANDA SUI NOSTRI CORPI
SUI NOSTRI CORPI DECIDIAMO NOI

No, ancora una volta, non vi daremo tregua!

19 dicembre 2020
DOPO 10 GIORNI, I MANIFESTI NON SONO STATI RIMOSSI
E NON ABBIAMO RICEVUTO ALCUNA RISPOSTA!
Dopo 10 gg né l’assessora alle Pari Opportunità Giulia Giorgi né il Sindaco Pierluigi Peracchini
hanno mai risposto alle mail che noi e decine di altrə cittadinə hanno mandato pretendendo la rimozione dei manifesti Pro Vita. I manifesti di disinformazione sulla RU486 sono stati immediatamente coperti e sabotati ma rimangono, come rimane il pericolo di una nuova futura affissione, questo perché dalla Amministrazione non una parola di condanna, un silenzio che sappiamo essere complice e connivente.
ANCHE QUESTA È VIOLENZA!
Non l’abbiamo mai accettato e oggi lo ribadiamo: non ammettiamo che con una pennellata di rosa, in via del tutto strumentale, il Sindaco e altrə come lui si considerino #dallapartedelledonne. Quelle stesse istituzioni colpevoli di sessismo e discriminazioni, quei luoghi del potere che costantemente sminuiscono la lotta femminista e chi la pratica.
BASTA PROPAGANDA SUI NOSTRI CORPI
SUI NOSTRI CORPI DECIDIAMO NOI

No, ancora una volta, non vi daremo tregua!

9 dicembre 2020
IL VELENO ANTI ABORTISTA DELLA DISINFORMAZIONE, ANCHE ALLA SPEZIA

Non bastavano i negazionisti del Covid-19, ci mancavano pure quelli della pillola RU486 e del diritto all’interruzione volontaria di gravidanza. È grave che sul Comune della Spezia sia stata permessa l’affissione di una campagna di disinformazione medico-scientifica e di attacco ai diritti delle donne così plateale.

Anche se ciò non ci stupisce, d’altronde è successo nella città che fino a qualche mese fa vedeva sedere fra i banchi del consiglio comunale uno dei fondatori del centro Aiuto per La Vita che con i suoi volantini stigmatizzanti e colpevolizzanti ha invaso reparti e aree adiacenti l’ospedale pubblico, non ci stupisce perché è proprio alla Spezia che il Sindaco in pompa magna inaugura Largo Josemaria Escrivá, una intitolazione che profuma di medioevo e bigottismo. Potremmo andare avanti citando il sessismo delle istituzioni quando Sindaco Pierluigi Peracchini e segretario generale Sortino sminuiscono la protesta delle donne alludendo ai loro seni, la stessa città che vede il corpo delle donne come terreno di campagna elettorale anche quando si tratta di salute quando invece che vigilare sull’accesso al diritto alla salute femminile si accendono fari rosa, invece che visite di screening gratuite luci rosa, decorative che sanno di presa in giro.

Ecco, questa città la attraversiamo anche noi e no, non vi daremo tregua!

SUI NOSTRI CORPI DECIDIAMO NOI!

Posted in Articoli, Chi siamo e cosa facciamoTagged anti-scelta, collettivo, laspezia, lottomarzo, nonunadimeno, transfemminismo

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