In tutto il mondo è continuo e sempre più violento l’attacco all’autodeterminazione delle donne, in Italia per esempio l’aborto libero e sicuro è minato dall’obiezione di coscienza che in alcune regione arriva al 90% e in certe strutture sanitarie non esistono medici non obiettori. La loro presenza è un incitamento all’odio verso le donne e riteniamo colpevole lo stato che abilita ancora queste soggettività all’accesso a carriere che ostacolano l’autodeterminazione. Non siamo delle incubatrici! Per questo motivo un anno fa mentre organizzavamo Lotto Marzo abbiamo cominciato la mappatura dell’obiezione di coscienza in Liguria, abbiamo inoltrato via Pec la richiesta ufficiale di accesso agli atti, lo abbiamo fatto per informarci e informare. Finalmente dopo un anno, dopo mille ostacoli e intralci, siamo riuscite ad ottenere i numeri degli obiettori di coscienza della nostra regione e di tutte le Asl liguri. I numeri sono agghiaccianti, come nel chiavarese, per esempio, dove per una donna abortire potrebbe diventare un vero e proprio calvario essendo obiettore il 70% del personale medico. La loro presenza è un incitamento all’odio verso le donne e riteniamo colpevole lo stato che abilita ancora queste soggettività all’accesso a carriere che ostacolano l’autodeterminazione. Non siamo delle incubatrici! Riteniamo che sia obbligatorio e compito della Regione e delle Asl monitorare i dati e le singole situazioni affinché il servizio venga garantito. Il mancato monitoraggio permette il dilagare dell’obiezione di coscienza come sta succedendo in Molise e in molte altre regioni italiane.
Uno dei passi necessari verso il pieno esercizio del diritto all’autodeterminazione, è l’accesso ad un’informazione libera e corretta. Per questo stiamo lavorando a una Guida all’Interruzione Volontaria di Gravidanza così da diffondere informazioni contatti e procedure a tutt3! Partiamo da noi dai nostri bisogni e dai nostri desideri, mettiamo in comune le nostre pratiche e i nostri saperi per fare informazione e lotta insieme!
L’aborto non è colpa, non è reato, l’obiezione di coscienza è violenza dello Stato!
L’8 marzo abbiamo ribadito che la nostra AUTODETERMINAZIONE SESSUALE E RIPRODUTTIVA non si tocca, che sul nostro piacere, sulla nostra salute, sulle nostre scelte e sui nostri corpi decidiamo noi.
Abbiamo scioperato per reclamare il diritto all’aborto libero e perché nessuna sia obbligata alla maternità.
Rifiutiamo l’obiezione in quanto ingerenza del potere medico e controllo sui corpi. Riconosciamo con forza la necessità di riportare al centro l’autodeterminazione e il sapere ostetrico e ginecologico femminista.