SORELLA, NON SEI SOLA!
Trigger warning: violenza sessuale*
Venerdì 6 Novembre esce sulla carta stampata l’articolo riguardante gli sviluppi sulle indagini e il processo per violenza sessuale compiuta ai danni di una giovane ventiduenne. La giovane è stata aggredita dal personal trainer, uomo di 56 anni, all’interno dei locali di un centro fitness, durante l’allenamento.
Per l’uomo è stato chiesto il processo, l’udienza preliminare avverrà presso il palazzo di Giustizia della Spezia, il 20 aprile.
Questa era la notizia: il fatto, il risultato del percorso investigativo e gli sviluppi giudiziari.
Quella che ci ritroviamo di fronte invece è l’ennesima narrazione tossica di una violenza sessuale agita sul corpo di una donna. Da il Piano femminista contro la violenza maschile sulle donne di Non Una di Meno: “La Violenza non è spettacolo è necessario evitare di normalizzarla, estetizzarla o feticizzarla trasformando corpi vessati in oggetto di contemplazione erotica”.
Ci troviamo di fronte ad una sequenza dettagliata della violenza sessuale che pone l’accento sui gesti dell’uomo compiuti sul corpo della giovane, senza che venga esplicitata la mancanza di consenso agli atti, si tratta di un vero e proprio racconto morboso della aggressione che si conclude con una colonna di intervento della psicologa. Quello che viene svolto sulle colonne del Il Secolo XIX è un processo umiliante e denigrante alla giovane ragazza che dopo aver subito violenza, si vede letteralmente “spogliata” e legge il ripetersi della violenza subita. La sua denuncia viene messa in dubbio e solo alla fine dell’articolo sembra poter risultare vera: a sostegno di ciò il riferimento alla perizia psicologica che attesta quanto la ragazza sia provata dall’aggressione e il tempo in cui ha presentato la denuncia, 2 settimane, come se ci fosse un modo “giusto” per reagire alla violenza sessuale per risultare credibili.
Se è successo a te, è successo a tutte noi. Noi ti crediamo.
La tua lotta è la nostra lotta e la vinciamo insieme, non sei sola!
*All’inizio del nostro post abbiamo inserito un #triggerwarning, cioè una avvertenza per tutelare il nostro pubblico social o chiunque potrebbe incappare nel nostro post, scorrendo la Home Facebook. Un trigger warning precede un testo, un video, un’immagine che (per i temi trattati) rischia di fare da “miccia”, da “causa scatenante” per una manifestazione di #PTSD (Disturbo da stress post-traumatico).
La narrazione mediatica della violenza informa la percezione collettiva, spesso interagendo anche con i meccanismi giudiziari.
Denunciamo quindi il ruolo strategico che i mezzi d’informazione svolgono nell’alimentare o contrastare la violenza maschile contro le donne, la violenza è strutturale alla nostra società, non è amore, non è spettacolo, non va raccontata umiliando e vittimizzando chi l’ha subita.
Basta narrazioni tossiche sulla violenza maschile sulle donne, di genere e dei generi!
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