Alcuni giorni fa la zona fuxia è stata gravemente danneggiata. Sono state strappate le oltre 30 targhe che riportavano i nomi delle vittime di femminicidio e le loro storie.
La zona è nata il 30 marzo come rivendicazione collettiva e transfemminista della città, come uno spazio sicuro da cui ripartire.
Purtroppo, mese dopo mese, i nomi che hanno riempito la scalinata sono aumentati. Sei mesi di femminicidi, che, con rabbia, abbiamo raccontato uno per uno.
Dopo il vile attacco subìto abbiamo deciso di non lasciare correre, quello spazio è troppo importante, si tratta di un memoriale ma anche un muro di lotta e di rivendicazione, un luogo sicuro di tuttə e per tuttə.Nei giorni scorsi abbiamo restaurato le targhe recuperate, ricostruito quelle che si sono smarrite e con rabbia abbiamo realizzato anche le nuove targhe, quelle dei femminicidi di maggio e giugno.
Invitiamo tutte e tutti a trovarci l’1 Luglio davanti alla scalinata della Zona Fuxia per ricostruirla insieme perché non abbiamo bisogno di spiegare l’urgenza della nostra lotta, ma abbiamo bisogno di lasciare un segno perché nessunə dimentichi che saremo qui ogni volta che ce ne sarà bisogno, perché: Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce ma siamo anche il grido collettivo di tutte le donne e soggettività che si oppongono alla violenza maschile, la violenza di genere e dei generi.
In Italia, in Europa e in tutto il mondo, l’attacco patriarcale e la violenza contro le donne e le soggettività LGBT*QIA+ continuano a intensificarsi. Sappiamo bene che la violenza si manifesta in ogni ambito della nostra vita e in moltissime forme, e di cui i femminicidi sono solo quella più visibile. 𝗦𝗼𝗹𝗼 𝗶𝗻 𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮, 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗼𝗹𝘁𝗿𝗲 𝟰𝟱 𝗹𝗲 𝗱𝗼𝗻𝗻𝗲 𝘂𝗰𝗰𝗶𝘀𝗲 𝗱𝗮𝗹𝗹’𝗶𝗻𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝗻𝗻𝗼. Eppure, mentre il Piano nazionale antiviolenza è scaduto ormai da mesi, il contrasto alla violenza maschile e di genere e il sostegno ai Centri antiviolenza non hanno nessuno spazio nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Il 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗼 𝗹𝘂𝗴𝗹𝗶𝗼 – 𝗹𝗮 𝗱𝗮𝘁𝗮 𝘂𝗳𝗳𝗶𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝘂𝘀𝗰𝗶𝘁𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗧𝘂𝗿𝗰𝗵𝗶𝗮 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗖𝗼𝗻𝘃𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗜𝘀𝘁𝗮𝗻𝗯𝘂𝗹 – ci uniremo 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗲𝘀𝘁𝗲 𝗶𝗻 𝗧𝘂𝗿𝗰𝗵𝗶𝗮, 𝗻𝗲𝗹𝗹’𝗘𝘂𝗿𝗼𝗽𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗘𝘀𝘁 𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗼𝗹𝗼, ricostruiamo la zona fuxia perché ci riprendiamo tutto e siamo stufe della solita retorica vuota istituzionale sulla violenza che subiamo!
Per Alessandra, Sharon, Silvia, Bruna, Saman e tutte le altre donne ammazzate per mano del partner, ex compagno/marito, conoscente o familiare.
CI VOGLIAMO VIVE, LIBERE E FELICI
SE TOCCANO UNA TOCCANO TUTTE